Nigo ha rivoluzionato il brand Kenzo

Dopo 23 anni, il ritorno di un art director giapponese al timone del brand giapponese per eccellenza.

 

Era il 1999 quando Kenzo Takada annunciò il suo ritiro come direttore creativo del marchio Kenzo.

Dopo essersi diplomato alla scuola di moda di Tokyo, Takada si trasferisce a Parigi, dove apre la prima boutique – Jungle Jap  nella Galerie Vivenne – nel 1970.

Le sue originali creazioni destano un’incredibile curiosità tra il pubblico, soprattutto per lo spiccato senso dell’innovazione, per il design ricercato e l’unione delle due culture: occidentale e orientale.

Dal 1976 Kenzo diventa un brand internazionale, con store in quasi tutto il mondo. Takada sarà il direttore artistico per 30 anni; fino al 7 ottobre 1999. Tornerà a lavorare solo nel 2002 al timone della linea prêt-à-porter chiamata ‘Yume’.

Dal 1999 a oggi, l’iconico brand ha snaturato il proprio DNA, nel vedere susseguirsi direttori creativi europei, da Odile Lobadowsky ad Antonio Marras – per citarne alcuni. Il marchio ha visto una serie frenetica di passaggi di mano che ne hanno completamente alterato il linguaggio estetico, nel tentativo di commercializzare accessori e profumi per restare in piedi.

L’imprinting giapponese squisitamente essenziale è stato sublimato dall’items brandizzato, che ha progressivamente snaturato la brand identity di Kenzo.

L’annuncio di Nigo come nuovo art director ha scatenato immediatamente delle grandi aspettative: il genio creativo di Human Made e  A Bathing Ape è il primo giapponese al timone del brand, dopo il suo fondatore. Con Nigo, Kenzo è all’anno zero, pronto a nuova vita.

La legacy di Takada raccolta da Nigo, si manifesta in alcune di incredibili coincidenze, volute o meno: i due sono stati “alumnus” del Bunka Fashion college, collezionisti di design e amici di quasi metà della scena Hip-Hop internazionale.

Nigo ha scelto per la prima sfilata la Galerie Vivenne di Parigi, location della prima boutique di Takada. La sua collezione è un omaggio alla Parigi rivoluzionaria del ’68, più vicina all’immaginario cinematografico di Bertolucci in “The Dreamers” – chiaro riferimento alla visione italiana di Marras.

La parte più interessante della collezione è l’estetica preppy, con espliciti rimandi alla tradizione sartoriale giapponese, come le giacche Haori o le maxi stampe floreali, disegnate dai ceramisti giapponesi.

Il tutto si mescola in maniera delicata con l’estetica raffinata e gentile: capi pratici, che danno un senso generale di ordine e discrezione, ed esplicito senso di nostalgia.

Nigo ri-porta in auge la tradizione sartoriale francese e giapponese in una collezione che, per la sua atemporalità, è già un future classic.

Nigo Kenzo Paris Fashion Show 2022

 

 

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